Riforma sanità territoriale
La riforma della sanità territoriale: come cambia l’assistenza extra ospedaliera
Pronto il nuovo regolamento sugli standard dell’assistenza territoriale, il documento prende il nome di Dm 77 e definisce gli standard che dovranno essere rispettati in ogni regione (a vigilare sarà l’Ente Agenas con una relazione semestrale).
Centrale il Distretto sanitario al cui interno rivestirà un ruolo fondamentale la Casa della Comunità che, presterà assistenza ai cittadini tutto il giorno tutti i giorni. Gli studi dei medici di famiglia saranno collegati in rete per garantire aperture sei giorni su sette. All’interno del Distretto gli Ospedali di Comunità saranno importantissimi per la presa in carico dei pazienti nelle fasi post ricovero ospedaliero e nei casi di assistenza semi-domiciliare.
I numeri del Distretto:
- in media un Distretto ogni circa 100 mila abitanti;
- almeno 1 Casa della Comunità hub ogni 40.000-50.000 abitanti;
- Case della Comunità spoke e ambulatori di Medici di Medicina Generale e Pediatri di Libera Scelta tenendo conto delle caratteristiche orografiche e demografiche del territorio al fine di favorire la capillarità dei servizi e maggiore equità di accesso, in particolare nelle aree interne e rurali. Tutte le aggregazioni dei MMG e PLS (AFT e UCCP) sono ricomprese nelle Case della Comunità avendone in esse la sede fisica oppure a queste collegate funzionalmente;
- almeno 1 Infermiere di Famiglia e Comunità ogni 3.000 abitanti;
- almeno 1 Unità Speciale di Continuità Assistenziale (1 medico e 1 infermiere) ogni 100.000 abitanti;
- 1 Centrale Operativa Territoriale ogni 100.000 abitanti o comunque a valenza distrettuale, qualora il distretto abbia un bacino di utenza maggiore;
- almeno 1 Ospedale di Comunità dotato di 20 posti letto ogni 100.000 abitanti.